Rivista Savej #10


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Descrizione

La tradizione gastronomica piemontese è un punto di forza della nostra regione, a partire dal suo piatto più popolare: la bagna cauda. Nata grazie al mestiere dell’acciugaio è oggi una ricetta molto apprezzata, come ci ricorda Luca Iaccarino, critico gastronomico ligur-piemontese.

Le lotte e le conquiste delle mondine nel Vercellese per un orario e una paga dignitosi restano un simbolo per ogni lavoratore del presente. E anche il sottosuolo del Piemonte ha donato risorse preziose: dai gavadur di Ozzano Monferrato ai cercatori d’oro sui fiumi biellesi e alessandrini.

I vigneti delle vallate alpine sono certo meno famosi di quelli langaroli ma trasmettono un sapere contadino, una manualità e alcune pratiche tradizionali quasi scomparse al giorno d’oggi. Una rinascita che avviene anche nella musica: nelle vallate cuneesi riecheggiano gli antichi balli e i suoni della tradizione occitana.

Dalla millenaria Abbazia di Staffarda dove il tempo pare essersi fermato giungiamo ai frizzanti anni Cinquanta nei caffè di Alba, frequentati da personaggi di spicco come Beppe Fenoglio e Pietro Chiodi, con una tappa a Saluzzo dove nacque il grande tipografo Giambattista Bodoni.

La perdita di un grande linguista piemontese, Bruno Villata, diventa l’occasione per tracciarne un suo ricordo dal trasferimento in Canada alla pubblicazione della grammatica piemontese.

Nel decimo numero, arricchito da tante pagine in più, troverete inoltre:

  • Punti di vista femminili su Cesare Pavese
  • I viaggi e i reportages fotografici di Alessandro Faraggiana
  • Davide Calandra, lo scultore e la gipsoteca di Savigliano
  • Un ricettario del Settecento per scoprire gli antenati de piatti tradizionali
  • Le attività dell’uomo nella toponomastica piemontese

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